Uno dei tanti misteri che circondano i Borgia si chiama Giovanni, ben più noto come Infante Romano. E non è un caso che si chiami Giovanni: il nome viene imposto per ricordare Juan, ucciso l’anno precedente alla sua nascita.
Dell’Infante si è parlato e disquisito a lungo. Probabilmente non sapremo mai con certezza chi erano i genitori, a meno che non salti fuori qualche documento da qualche impolverato archivio. Dobbiamo solo cercare di far quadrare date e situazioni e tirare le somme per quanto possibile, mantenendoci saldi ai documenti giunti sino a noi.
Quello che si sa per certo è che sia nato nel 1498, presumibilmente nei primi giorni di marzo, come si evince dalle due Bolle papali del 1501 che legittimano il piccolo. La prima Bolla lo indica come figlio di Cesare, all’epoca uomo libero, ossia che non aveva ancora contratto matrimonio, e da donna libera. La seconda indica Alessandro VI come padre e come madre una romana libera.
Ma chi era questa donna?
Qualcuno l’ha riconosciuta in Giulia Farnese, ma è impossibile, poiché la stessa Giulia si è sempre disinteressata del bambino, anche quando avrebbe potuto prendersene cura giacché all’epoca della nascita del piccolo -marzo 1498- frequentava ancora il Vaticano. Se fosse stato figlio suo, lo avrebbe amato come ha amato Laura, la sua unica figlia e una volta diventata vedova nel 1500, lo avrebbe potuto prendere con sé senza nessun impedimento. Invece non lo ha fatto. Tra l’altro, nella Bolla di legittimazione, si dice chiaramente che l’Infante è nato da donna libera mentre Giulia era sposata con Orsino Orsini.
Coloro che sostengono che l’Infante fosse figlio di Lucrezia e di Giovanni Sforza non tengono conto che il pesarese ha abbandonato Roma nel marzo del 1497 e non vi è più tornato. Ora, a meno che Lucrezia non abbia avuto una gravidanza elefantina… Lo stesso Sforza, poi, non si è mai curato del piccolo. Pertanto, questa ipotesi è da scartare come quella che indica Giulia come madre.
Le uniche persone che hanno avuto a cuore l’Infante sono state Alessandro VI, Cesare e Lucrezia, la quale lo ha trattato sempre come un fratello, tanto da poterlo accudire alla corte estense.
Ma come nei migliori libri gialli, qui entra in scena una lettera. In data 15 marzo 1498 l’oratore Giovanni Alberto della Pigna informa il duca Ercole d’Este che la figliola del papa ha partorito. È l’unica lettera in cui si parla di questo evento. Nessun altro oratore riporta la notizia, nessuno parla della nascita di un bambino in casa Borgia, né a Ferrara, né a Roma. Ma il bambino c’è ed è l’Infante. E allora come mai nessuno ne parla? Sembra una nascita avvolta nel mistero. Se è vero che è nato da una donna libera come indicano le due Bolle papali, perché tacere questo evento?
Proviamo a ricucire le date e gli eventi.
Nel marzo del 1497, esattamente un anno prima della venuta al mondo dell’Infante Romano, Giovanni Sforza, primo marito di Lucrezia, lascia Roma per sempre. Tra lui e la moglie si parla già di divorzio. E il motivo è semplice: per i Borgia il vento della politica sta cambiando e Lucrezia libera può essere data in moglie a una famiglia ben più importante degli Sforza e creare così un’alleanza più proficua per le mire di Alessandro VI. Non dobbiamo dimenticare che Lucrezia è stata una pedina, una vittima sacrificale nelle mani del padre e del fratello, alla stregua di tutte le ragazze di nobili natali.
Per non sentire i pettegolezzi sul suo divorzio, Lucrezia entra in convento. Ed è in questo convento che, dopo una settimana dal suo arrivo, riceverà la ferale notizia dell’uccisione di suo fratello Juan. Ma del duca di Gandìa e del suo assassinio ce ne occuperemo in seguito.
In convento riceve le visite di Pedro Calderon -conosciuto come Perotto- cubiculario del papa che fa da intermediario tra lei e il pontefice. Non si sa con precisione quando Lucrezia lascia il convento; per certo si sa che, dopo la morte di Juan, Alessandro VI rivuole la figlia al fianco e che nel febbraio del 1498 Perotto e Pantasilea -cameriera di Lucrezia- sono rinvenuti annegati nel Tevere. Tra i cronisti dell’epoca c’è chi sostiene che Perotto sia stato ucciso da Cesare perché aveva ingravidato Lucrezia, c’è chi sostiene che la morte non c’entri nulla con i Borgia; fatto sta che i due giovani che frequentavano casa Borgia vengono uccisi. Se fosse vero che Lucrezia avesse imbastito una storia con Perotto, allora Cesare aveva tutte le ragioni per ucciderlo, poiché la stessa stava divorziando dichiarandosi “virgo intacta”. E l’Infante Romano potrebbe essere il figlio di Perotto. A guardare bene, le date sarebbero persino giuste: Lucrezia entra in convento il 6 giugno 1497 e l’Infante nasce ai primi di marzo del 1498. Almeno così dice la lettera spedita al duca Ercole d’Este.
Abbiamo visto che Giovanni Borgia è legittimato nel 1501 con due Bolle papali quando il bambino ha tre anni. La prima Bolla lo dice figlio di Cesare, la seconda di Alessandro VI. Se così fosse, allora Lucrezia potrebbe esserne la zia o la sorella. Alessandro VI era papa e non poteva riconoscere figli nati sotto il pontificato. E questo potrebbe spiegare per quale motivo nella prima Bolla l’Infante è indicato come figlio di Cesare.
Ma un dubbio persiste: perché tanto affanno nel legittimare un bastardo Borgia? In fondo, Cesare ha avuto altri figli che non ha mai riconosciuto e anche Alessandro VI ha faticato a legittimare lo stesso Jofre, pur sapendolo figlio suo. Per quale motivo, allora, ricorrere a una duplice legittimazione per Giovanni Borgia quando avrebbero potuto lasciarlo crescere alla stregua degli altri bambini nati fuori del matrimonio?
Suppongo che la risposta sia una sola: perché era un Borgia da parte di madre. E poiché le donne non potevano legittimare i propri figli, ci ha pensato Alessandro VI, rivendicandone la paternità, in modo tale da dare un futuro al bambino.
Ma allora, se l’Infante fosse figlio di Lucrezia -non si spiegherebbe altrimenti la legittimazione di questo bambino e non degli altri- chi era il padre? Perotto? Non si sa con certezza, così come non si sa se tra lui e Lucrezia fosse nato l’amore. Ma se lo fosse stato, allora spiegherebbe l’uccisione dello spagnolo. Se dobbiamo dare credito alle Bolle papali che indicano l’Infante un putto di tre anni e all’unica lettera che parla di questa nascita, dobbiamo tenere presente il momento del concepimento, ossia giugno del 1497. E Lucrezia a giugno entra in convento.
Il convento di San Sisto era abitato da un ordine di clausura, pertanto nessuno poteva entrare, tranne il papa o i cardinali. Ed era un convento appena riformato, così come ci dice lo stesso Alessandro VI. Se anche vogliamo riconoscere la nascita di un amore tra Lucrezia e Perotto, dubito che i due giovani abbiano iniziato le loro pratiche amorose appena conosciuti, in un convento di clausura. Forse in seguito, ma allora non quadrerebbero le date per la nascita dell’Infante. Noi sappiamo con sicurezza che in giugno il papa non si muove dal Vaticano perché gli hanno ucciso il figlio prediletto e che l’unico personaggio a poter entrare in convento a portare la notizia è Cesare, cardinale di Valencia.
E qui dobbiamo rammentare alcune cose importanti: l’incesto e l’omosessualità sono sempre stati banditi fin dall’avvento del cristianesimo, eppure sono sempre stati praticati e nessuno se ne scandalizzava. Il retaggio del medioevo è ancora presente nel Rinascimento e lo rimarrà a lungo, a dispetto dei benpensanti dei giorni nostri. Pertanto, se anche fosse stato figlio di Cesare, non mi stupirei più di tanto. Magari un attimo di debolezza visti gli stati d’animo smossi dall’uccisione di Juan.
E Perotto? Per quale motivo, allora, ucciderlo con Pantasilea? Forse sapeva del bambino? È probabile. Era il messo del papa. E Lucrezia quando è uscita dal convento? Quello che conosciamo con certezza è che ha presenziato alla lettura del divorzio con Giovanni Sforza, nelle stanze del Vaticano. Per il resto del tempo non sappiamo dove sia stata. Ma se è vero che il bambino è suo, come sostiene la lettera, molto probabilmente è rimasta chiusa in convento.
Tirando le somme, possiamo con assoluta convinzione asserire che l’Infante Romano era un Borgia. Chi ne fossero stati i genitori, sicuramente rimarrà uno dei misteri borgiani mai svelati.
Dell’Infante si è parlato e disquisito a lungo. Probabilmente non sapremo mai con certezza chi erano i genitori, a meno che non salti fuori qualche documento da qualche impolverato archivio. Dobbiamo solo cercare di far quadrare date e situazioni e tirare le somme per quanto possibile, mantenendoci saldi ai documenti giunti sino a noi.
Quello che si sa per certo è che sia nato nel 1498, presumibilmente nei primi giorni di marzo, come si evince dalle due Bolle papali del 1501 che legittimano il piccolo. La prima Bolla lo indica come figlio di Cesare, all’epoca uomo libero, ossia che non aveva ancora contratto matrimonio, e da donna libera. La seconda indica Alessandro VI come padre e come madre una romana libera.
Ma chi era questa donna?
Qualcuno l’ha riconosciuta in Giulia Farnese, ma è impossibile, poiché la stessa Giulia si è sempre disinteressata del bambino, anche quando avrebbe potuto prendersene cura giacché all’epoca della nascita del piccolo -marzo 1498- frequentava ancora il Vaticano. Se fosse stato figlio suo, lo avrebbe amato come ha amato Laura, la sua unica figlia e una volta diventata vedova nel 1500, lo avrebbe potuto prendere con sé senza nessun impedimento. Invece non lo ha fatto. Tra l’altro, nella Bolla di legittimazione, si dice chiaramente che l’Infante è nato da donna libera mentre Giulia era sposata con Orsino Orsini.
Coloro che sostengono che l’Infante fosse figlio di Lucrezia e di Giovanni Sforza non tengono conto che il pesarese ha abbandonato Roma nel marzo del 1497 e non vi è più tornato. Ora, a meno che Lucrezia non abbia avuto una gravidanza elefantina… Lo stesso Sforza, poi, non si è mai curato del piccolo. Pertanto, questa ipotesi è da scartare come quella che indica Giulia come madre.
Le uniche persone che hanno avuto a cuore l’Infante sono state Alessandro VI, Cesare e Lucrezia, la quale lo ha trattato sempre come un fratello, tanto da poterlo accudire alla corte estense.
Ma come nei migliori libri gialli, qui entra in scena una lettera. In data 15 marzo 1498 l’oratore Giovanni Alberto della Pigna informa il duca Ercole d’Este che la figliola del papa ha partorito. È l’unica lettera in cui si parla di questo evento. Nessun altro oratore riporta la notizia, nessuno parla della nascita di un bambino in casa Borgia, né a Ferrara, né a Roma. Ma il bambino c’è ed è l’Infante. E allora come mai nessuno ne parla? Sembra una nascita avvolta nel mistero. Se è vero che è nato da una donna libera come indicano le due Bolle papali, perché tacere questo evento?
Proviamo a ricucire le date e gli eventi.
Nel marzo del 1497, esattamente un anno prima della venuta al mondo dell’Infante Romano, Giovanni Sforza, primo marito di Lucrezia, lascia Roma per sempre. Tra lui e la moglie si parla già di divorzio. E il motivo è semplice: per i Borgia il vento della politica sta cambiando e Lucrezia libera può essere data in moglie a una famiglia ben più importante degli Sforza e creare così un’alleanza più proficua per le mire di Alessandro VI. Non dobbiamo dimenticare che Lucrezia è stata una pedina, una vittima sacrificale nelle mani del padre e del fratello, alla stregua di tutte le ragazze di nobili natali.
Per non sentire i pettegolezzi sul suo divorzio, Lucrezia entra in convento. Ed è in questo convento che, dopo una settimana dal suo arrivo, riceverà la ferale notizia dell’uccisione di suo fratello Juan. Ma del duca di Gandìa e del suo assassinio ce ne occuperemo in seguito.
In convento riceve le visite di Pedro Calderon -conosciuto come Perotto- cubiculario del papa che fa da intermediario tra lei e il pontefice. Non si sa con precisione quando Lucrezia lascia il convento; per certo si sa che, dopo la morte di Juan, Alessandro VI rivuole la figlia al fianco e che nel febbraio del 1498 Perotto e Pantasilea -cameriera di Lucrezia- sono rinvenuti annegati nel Tevere. Tra i cronisti dell’epoca c’è chi sostiene che Perotto sia stato ucciso da Cesare perché aveva ingravidato Lucrezia, c’è chi sostiene che la morte non c’entri nulla con i Borgia; fatto sta che i due giovani che frequentavano casa Borgia vengono uccisi. Se fosse vero che Lucrezia avesse imbastito una storia con Perotto, allora Cesare aveva tutte le ragioni per ucciderlo, poiché la stessa stava divorziando dichiarandosi “virgo intacta”. E l’Infante Romano potrebbe essere il figlio di Perotto. A guardare bene, le date sarebbero persino giuste: Lucrezia entra in convento il 6 giugno 1497 e l’Infante nasce ai primi di marzo del 1498. Almeno così dice la lettera spedita al duca Ercole d’Este.
Abbiamo visto che Giovanni Borgia è legittimato nel 1501 con due Bolle papali quando il bambino ha tre anni. La prima Bolla lo dice figlio di Cesare, la seconda di Alessandro VI. Se così fosse, allora Lucrezia potrebbe esserne la zia o la sorella. Alessandro VI era papa e non poteva riconoscere figli nati sotto il pontificato. E questo potrebbe spiegare per quale motivo nella prima Bolla l’Infante è indicato come figlio di Cesare.
Ma un dubbio persiste: perché tanto affanno nel legittimare un bastardo Borgia? In fondo, Cesare ha avuto altri figli che non ha mai riconosciuto e anche Alessandro VI ha faticato a legittimare lo stesso Jofre, pur sapendolo figlio suo. Per quale motivo, allora, ricorrere a una duplice legittimazione per Giovanni Borgia quando avrebbero potuto lasciarlo crescere alla stregua degli altri bambini nati fuori del matrimonio?
Suppongo che la risposta sia una sola: perché era un Borgia da parte di madre. E poiché le donne non potevano legittimare i propri figli, ci ha pensato Alessandro VI, rivendicandone la paternità, in modo tale da dare un futuro al bambino.
Ma allora, se l’Infante fosse figlio di Lucrezia -non si spiegherebbe altrimenti la legittimazione di questo bambino e non degli altri- chi era il padre? Perotto? Non si sa con certezza, così come non si sa se tra lui e Lucrezia fosse nato l’amore. Ma se lo fosse stato, allora spiegherebbe l’uccisione dello spagnolo. Se dobbiamo dare credito alle Bolle papali che indicano l’Infante un putto di tre anni e all’unica lettera che parla di questa nascita, dobbiamo tenere presente il momento del concepimento, ossia giugno del 1497. E Lucrezia a giugno entra in convento.
Il convento di San Sisto era abitato da un ordine di clausura, pertanto nessuno poteva entrare, tranne il papa o i cardinali. Ed era un convento appena riformato, così come ci dice lo stesso Alessandro VI. Se anche vogliamo riconoscere la nascita di un amore tra Lucrezia e Perotto, dubito che i due giovani abbiano iniziato le loro pratiche amorose appena conosciuti, in un convento di clausura. Forse in seguito, ma allora non quadrerebbero le date per la nascita dell’Infante. Noi sappiamo con sicurezza che in giugno il papa non si muove dal Vaticano perché gli hanno ucciso il figlio prediletto e che l’unico personaggio a poter entrare in convento a portare la notizia è Cesare, cardinale di Valencia.
E qui dobbiamo rammentare alcune cose importanti: l’incesto e l’omosessualità sono sempre stati banditi fin dall’avvento del cristianesimo, eppure sono sempre stati praticati e nessuno se ne scandalizzava. Il retaggio del medioevo è ancora presente nel Rinascimento e lo rimarrà a lungo, a dispetto dei benpensanti dei giorni nostri. Pertanto, se anche fosse stato figlio di Cesare, non mi stupirei più di tanto. Magari un attimo di debolezza visti gli stati d’animo smossi dall’uccisione di Juan.
E Perotto? Per quale motivo, allora, ucciderlo con Pantasilea? Forse sapeva del bambino? È probabile. Era il messo del papa. E Lucrezia quando è uscita dal convento? Quello che conosciamo con certezza è che ha presenziato alla lettura del divorzio con Giovanni Sforza, nelle stanze del Vaticano. Per il resto del tempo non sappiamo dove sia stata. Ma se è vero che il bambino è suo, come sostiene la lettera, molto probabilmente è rimasta chiusa in convento.
Tirando le somme, possiamo con assoluta convinzione asserire che l’Infante Romano era un Borgia. Chi ne fossero stati i genitori, sicuramente rimarrà uno dei misteri borgiani mai svelati.